Guancia di maiale nero sous-vide laccata al miele su riduzione di birra, crema di cavolfiore e granella di frutta secca

Ingredienti per 4 persone:

  • 4 guance di maiale (la parte magra)
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • 1 cavolfiore piccolo
  • 3 cucchiai di noci e 3 di mandorle
  • 4 mezzi pomodorini sott’olio
  • 5 olive nere di ferrandina
  • 1 birra scura piccola
  • parmigiano reggiano
  • olio evo
  • 1 cucchiaino di maizena
  • miele millefiori
  • sale
  • zucchero di canna

Dove ho acquistato gli ingredienti:

Le olive nere di ferrandina sono locali, sono cotte al forno e risultano amarostiche. In mancanza di queste possiamo sostituire con delle olive tipo marocchine, sempre cotte al forno.
Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

Tra le tante esperienze culinarie vissute, ho avuto la fortuna di incontrare di Frank Rizzuti la sua genialità e la sua cucina. Per raccontare che tipo di Chef fosse Frank ci vorrebbe la capacità di descrizione, che io purtroppo non ho, e una intera sezione di un sito. Quello che sicuramente porto con me è la sua eredità, tanti insegnamenti, tantissime esperienze, bei ricordi e la continua voglia di migliorarmi.
Una di queste esperienze è stata quella di assaggiare la guancia di maiale nero lucano cotta a bassa temperatura. Immaginate della carne povera, così povera che molti macellai la mettono nella salsiccia o in altre preparazioni tritandola. Grazie al tipo di cottura, diviene morbida come il burro, con un sapore indescrivibile che rimane sicuramente impresso.

Ecco, dopo che Frank purtroppo ci ha lasciati, ho cercato mille e mille volte di replicare quel sapore fin quando non mi sono imbattuto in una sua ricetta, pubblicata in un allegato del Gambero Rosso interamente dedicato alla sua cucina. Ci ho trovato i corretti tempi di cottura e tante altre preziosità che custodirò gelosamente cercando di imparare, scimmiottando a modo mio il suo genio.

Arriviamo alla ricetta. La parte magra della guancia è una carne molto dura se cotta normalmente. La cottura a bassa temperatura permette di renderla tenera più di un filetto di manzo, mantenendola succosa.

Procedimento:

Per la cottura sottovuoto sono fondamentalmente necessari due macchinari: una macchina per il sottovuoto (io ho questa) e un bagno termostatico controllato (io ho questo). Vi posso assicurare che nonostante la spesa che sosterrete una volta presa la decisione di acquistarle, benedirete quei soldi che vi permetteranno di togliervi molte soddisfazioni e di regalarvi tante gioie culinarie.

Prima di tutto se abbiamo una macchina per il sottovuoto casalingo sappiamo che i liquidi sono sempre un po’ problematici da chiudere nella busta. Io cerco di ovviare congelandoli in cubetti e inserendoli così nelle sacche del sottovuoto. Servirà un cubetto di vino bianco e uno di olio per ogni guancia.

Disponiamo le guance su un tagliere, le saliamo poco da entrambe i lati e le disponiamo nelle sacche del sottovuoto (se possibile una in ogni sacca). Aggiungiamo il cubetto di vino bianco e di olio e provvediamo a sigillare le sacche, dopo aver aspirato bene l’aria presente nel sacchetto. Le mettiamo a cuocere nel bagno termostatico preriscaldato a 80 gradi per 12 ore. Possiamo anche prepararle con uno o due giorni di anticipo rispetto a quando le vorremo mangiare. Una volta passate le dodici ore basterà immergerle in un bagno di acqua e ghiaccio (molto ghiaccio), per una ventina di minuti, per bloccarne la cottura e le potremo conservare in frigo fino a due giorni dopo. Al momento del consumo basterà semplicemente riscaldarle in acqua calda a 70 gradi circa.

Per la crema di cavolfiore mettiamo a bollire il cavolfiore in acqua calda salata per 20 minuti. Lo mettiamo in un bicchiere da frullatore ad immersione e lo lavoriamo finché non sarà morbido e omogeneo. Aggiungiamo un poco di acqua di cottura, 8 o 10 cucchiai di olio (io ho messo quello dei pomodorini) e un po’ di parmigiano. Regolatevi a piacere sia per il parmigiano che per l’acqua di cottura, la consistenza deve essere morbida ma non troppo liquida. Aggiustiamo di sale e teniamo da parte.

Riduciamo la frutta secca in granella, la mettiamo in un padellino antiaderente e la facciamo tostare a fuoco basso per una decina di minuti.

Prepariamo le olive nere tagliandole in piccoli pezzi.

In un pentolino mettiamo un bicchiere di birra (io ho usato la Hammer & Sickle), 1 cucchiaino di zucchero e iniziamo a ridurre la birra a fuoco non troppo forte. In una tazzina di caffé mettiamo un goccio di birra e un cucchiaino di maizena (o frumina). Quando la birra sul fuoco si sarà ridotta di circa la metà, uniamo la tazzina con birra e maizena e giriamo finché il ristretto non risulterà morbido ma denso.

Qualche minuto prima di impiattare togliamo le guance dalle buste, buttiamo il liquido in eccesso e le poniamo in una teglia antiaderente, o una leccarda da forno. Mettiamo su ogni guancia un cucchiaino di miele millefiori, adagiamo i pomodorini al loro fianco mettendoci qualche granello di zucchero di canna e mettiamo la teglia al grill per 5 minuti, non troppo distante dal calore.

Mentre le guance si rosolano iniziamo ad impiattare. Consiglio di scaldare sempre i piatti prima di impiattare, per evitare che assorbano tutto il calore delle pietanze, rendendole fredde mentre le prepariamo.
Con un pennello di silicone da cucina facciamo una spennellata con il ristretto di birra e aggiungiamo la granella di frutta secca tostata formando una L. Mettiamo un paio di cucchiai di crema di cavolfiore completandolo con le olive nere a pezzetti.
Quando il maialino sarà rosolato mettiamo mezzo cucchiaio di riduzione di birra nel piatto e ce lo adagiamo sopra, aggiungiamo qualche granello di sale grosso e mettiamo il pomodorino caramellato sulla crema di cavolfiore. Siamo pronti per servire.

Buon appetito!

Mantecato di baccalà – la ricetta di un romano in Lucania

Ingredienti per 6 persone:

  • 1 Kg di baccalà ammollato in acqua
  • 1 litro di latte
  • 5 ciuffi di prezzemolo
  • 350 ml di olio di oliva (non extravergine)
  • 3 filetti di alici sott’olio

Dove ho acquistato gli ingredienti:

  • il baccalà sotto sale in pescheria o al supermercato

Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

Succede che alcune esperienze culinarie ci rimangono più impresse di altre. Veniamo in qualche modo impressionati a tal punto di voler riprovare quell’esperienza il prima possibile. A me è successo la prima volta che assaggiai il mantecato di baccalà all’Harry’s Bar di Venezia.

So bene che riproporre la ricetta del mantecato di baccalà attirerà le ire dei più puristi ed è per questo che chiarisco da subito che questa è la ricetta vicentina di un romano trapiantato in Lucania. La ricetta originale vede come protagonista lo stoccafisso, che sarebbe il baccalà asciugato al sole e non sottosale. Qui da noi è praticamente impossibile trovarlo ed è per questo che ho ripiegato sul baccalà, di primissima qualità s’intende, ma pur sempre sotto sale.

Per non correre rischi di avere un mantecato troppo salato sarà opportuno mettere il baccalà a bagno in acqua nel frigorifero, avendo cura di cambiare l’acqua un paio di volte al giorno, per almeno quattro giorni. Meglio un giorno in più che in meno se non siamo sicuri. Se risulterà sciapo avremo sempre modo di correggere con del sale.

Procedimento:

Una volta reidratato e dissalato il baccalà lo puliamo dalla pelle e dalle lische. In un pentolino medio mettiamo il latte e portiamo ad ebollizione a fuoco medio. Non appena raggiunge il bollore aggiungiamo il baccalà e facciamo cuocere a fuoco dolce per 14 minuti.

Sminuzziamo il prezzemolo e pestiamo i filetti di alice.

Passati i 14 minuti preleviamo un mestolo di latte di cottura e lo teniamo da parte, scoliamo il baccalà e facciamo raffreddare qualche minuto.

Mettiamo quindi il baccalà in un recipiente di metallo, personalmente preferisco l’alluminio che ha una presa maggiore per mantecare rispetto all’acciaio. A questo punto avremo due possibilità: procedere con la mantecatura a mano oppure scegliere quella più veloce (e meno faticosa) con un frullatore ad immersione.

Se scegliamo quella a mano inizieremo a mescolare il baccalà con un cucchiaio di legno, scomponendolo sempre di più e aggiungendo l’olio a filo in modo tale da raggiungere una consistenza pastosa. La mantecatura a mano permetterà di avere un impasto cremoso ma ricco di pezzetti più corposi di baccalà.

Procedendo con il frullatore avremo grossomodo lo stesso risultato ma molto più liscio.

Una volta incorporato tutto l’olio procederemo in ogni caso a mescolare con il cucchiaio di legno, aggiungendo un poco per volta il latte di cottura, fino a raggiungere una consistenza morbida ma non liquida. Aggiungiamo quindi le alici e il prezzemolo e continuiamo a mantecare.

Assaggiamo quindi se è giusto di sale e correggiamo se necessario.

Tutto sommato la ricetta è veloce e il baccalà mantecato si presta ad esser accompagnato nei modi più svariati, con polenta, con cime di rapa e peperoni cruschi (arriverà la ricetta a breve) o su dei semplici crostini di pane nero o integrale.

Buon appetito!

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Budino di pomodoro con crosta di parmigiano reggiano

Ingredienti per 6 persone:

  • mezzo spicchio d’aglio
  • 10 foglie di basilico
  • 10 ciuffi di prezzemolo
  • olio al peperoncino (o peperoncino) a piacere
  • 6 fogli di gelatina da cucina
  • 800 gr di Salsa di pomodoro (io ho usato quella di pomodoro siccagno)
  • aceto balsamico extravecchio o glassa di aceto balsamico
  • 6 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • parmigiano reggiano grattugiato

Dove ho acquistato gli ingredienti:

Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

Una ricetta veloce e gustosa per un antipasto diverso dal solito. La ricetta originale è dello chef Fabio Picchi del Cibrèo.

Procedimento:
Sminuzziamo il basilico, il prezzemolo e l’aglio fino ad avere un trito abbastanza sottile.

In un pentolino medio mettiamo metà della salsa di pomodoro e portiamo a ebollizione. Non appena raggiunge il bollore spegniamo il fuoco e teniamo da parte.

Ammolliamo i fogli di gelatina in acqua fredda per qualche minuto, la strizziamo e la aggiungiamo alla salsa calda.

Aggiungiamo il resto della salsa, gli odori, l’olio e il sale.

Poniamo la salsa ottenuta in 6 formine di alluminio o di plastica. Attendiamo che raffreddi a temperatura ambiente e successivamente la mettiamo in frigorifero almeno per 3 ore. Per comodità potete farla anche il giorno prima per il giorno successivo.

Per la crosta di parmigiano sarà sufficiente scaldare a fuoco forte una padella antiaderente, ricoprirne il fondo con il parmigiano grattato e far colorare. Non appena il parmigiano brunisce spegniamo il fuoco, facciamo freddare leggermente e procediamo a togliere la crosta con una spatola adagiandola su un tagliere in legno. Dopo qualche minuto il parmigiano solidificherà. Provvediamo quindi a spezzarlo in 6 pezzi per i 6 budini.

Togliamo il budino dal frigo almeno un’ora prima di portare in tavola. Poniamo il budino al centro del piatto e poggiamo su un lato la crosta di parmigiano. Decoriamo infine con gocce di aceto balsamico.

Buon appetito!

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Ravioli di pesce su vellutata di ceci neri

Ingredienti per 4 persone:

  • 250g di ceci neri
  • 4 merluzzi (800g circa)

Per la pasta

  • 250g farina integrale di grano tenero
  • 2 uova da 60 g circa
  • sale
  • mezzo cucchiaio di olio evo

Per il fumetto di pesce

  • Lische e scarti di merluzzo
  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • 2 rametti di prezzemolo
  • 1 rametto di maggiorana
  • 1 foglia di alloro
  • Mezzo porro
  • Grani di pepe a piacere
  • Sale

Per guarnire

  • 1 limone non trattato
  • 1 arancia non trattata
  • 1 foglia di radicchio

Dove ho acquistato gli ingredienti:

  • Ceci neri degli alburni su deGustaci.it
  • Farina integrale di grano tenero di Molini del Ponte presso la Gastronomia di quartiere
  • pesce fresco in pescheria

Procedimento:
Mettete a bagno due sere prima i ceci con un pizzico di bicarbonato. Trascorso questo lasso di tempo necessario ad ammorbidirne la buccia, sciacquateli e poneteli in una pentola con abbondante acqua fredda. Una volta raggiunto il bollore, lasciate cuocere a fuoco moderato per una o due ore, a seconda di quanto indicato sulla confezione di ceci da voi acquistati. Una volta cotti, scolate e tenete da parte.

Per i ravioli integrali: distribuite 250 g di farina sulla spianatoia facendo la fontana. Ponetevi al centro le due uova, il mezzo cucchiaio d’olio e una presa di sale. Cominciate ad amalgamare gli ingredienti, portando a poco a poco la farina verso il centro con una forchetta; quindi proseguite impastando a mano fino ad ottenere un composto liscio ed elastico. Avvolgete la pasta ottenuta in un foglio di pellicola e fatela riposare per 30’ in luogo fresco.

A questo punto potete dedicarvi al fumetto.
Sfilettate i merluzzi, tenendo da parte i filetti che serviranno a farcire i ravioli.
Mondate e tagliate gli ortaggi a pezzetti piccoli, in modo che possano rilasciare i loro aromi in un tempo relativamente breve. Sciacquate bene gli scarti di merluzzo sotto l’acqua corrente per eliminare residui di sangue e poneteli in una casseruola. Coprite con due litri di acqua fredda leggermente salata. Aggiungete le verdure tagliate a pezzetti e le erbe aromatiche. Portate il brodo quasi a bollore: il brodo infatti non deve bollire, ma deve mantenere una temperatura tra gli 80° e i 95°, fino a quando non comincia a “fumare”.
Mantenete poi sotto la temperatura di ebollizione per 20-30’, schiumando di tanto in tanto per renderlo limpido.
A cottura ultimata, filtrate il fumetto eliminando le verdure e gli scarti. Tenetene da parte una tazza che farà da base alla vellutata di ceci neri e ponete il resto in una casseruola dove andrete a cuocere i ravioli.

Mentre il fumetto è sul fuoco, potete procedere con la preparazione del ripieno.
Spellate i filetti di merluzzo precedentemente ricavati e cuoceteli a pezzettini per 2-3’ in padella in un soffritto di olio, uno spicchio d’aglio e timo limoncino tritato. Togliete l’aglio e raccogliete in una bowl i filetti sminuzzati, aggiustando di sale e pepe (qui ho aggiunto anche la spezia). Tenete da parte.

Occupatevi ora della pasta.
La sfoglia va stesa molto sottile e poca alla volta, per evitare che si secchi. Qualora dovesse succedere, basterà spennellarla con poca acqua per ridarle elasticità sufficiente a sigillarla. Distribuite su ogni striscia piccole porzioni di ripieno a cm 4 di distanza e ripiegatevi sopra la restante pasta. Ritagliate i ravioli a mezza luna con un coppapasta, avendo cura di sigillare bene i bordi. Congiungete le due estremità alla base del semicerchio sovrapponendole leggermente e saldandole con una leggera pressione delle dita. Man mano che sono pronti, distribuite i ravioli su un vassoio spolverizzato di semola.

Nel frattempo, portate il fumetto a bollore, stando attenti a non raggiungere una bollitura troppo vivace che rischierebbe di lacerare l’involucro di pasta. Tenete da parte qualche cece intero per la guarnizione e ponete gli altri in un mixer a immersione ed aggiungete poco alla volta un po’ del fumetto di pesce, fino ad ottenere una vellutata. Cuocete i ravioli nel fumetto e scolateli dopo 1’ da quando verranno a galla.

Per la guarnizione, tritate qualche fogliolina di prezzemolo e una foglia di radicchio di cui avrete eliminato la parte bianca. Unite un po’ di scorza grattugiata di un limone e di un’arancia, preferibilmente non trattati.
In una fondina, versate un mestolo raso di vellutata di ceci neri, ponete al centro i ravioli, guarnite col trito di erbe e agrumi e qualche cece.

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Seppioline alla nocciola e limone cotte a bassa temperatura con zucchine alla scapece

Ingredienti per 2 persone:

  • 4 seppie non troppo grandi
  • granella di nocciole
  • scorza di limone
  • 2 zucchine
  • foglie di menta a piacere
  • olio
  • sale (a piacere)

Dove ho acquistato gli ingredienti:

  • Il pesce fresco in pescheria
  • la granella di nocciole da Tibiona.it

Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

La particolarità di questa ricetta risiede nel tipo di cottura. La cottura sous vide (sottovuoto) a bassa temperatura permette di mantenere inalterati molti sapori, è molto meno aggressiva e mantiene l’umidità del cibo. Tendenzialmente, se scegliamo bene cosa cuocere a bassa temperatura, otterremo cibi tenerissimi. Per questo motivo ho scelto delle seppie, solitamente dure e gommose. La cottura a bassa temperatura può durare molte ore. In questo caso però, essendo pesce, la cottura è andata avanti solo 2 ore.

Procedimento:
Prima di tutto prepariamo l’olio aromatizzato alla nocciola. In un pentolino piccolo mettiamo dell’olio EVO della granella di nocciola e lo facciamo scaldare, evitando che arrivi all’ebollizione. Questo permetterà alla nocciola di rilasciare parte del suo aroma nell’olio. Spegniamo il fuoco, aspettiamo che si freddi e frulliamo il tutto. Poi disponiamo il composto in delle formine del ghiaccio e lo mettiamo nel freezer (facciamo porzioni non troppo generose, mezzo cubetto di dimensione di solito basta). Questa operazione è necessaria per poter mettere l’olio aromatizzato nel sottovuoto. Al momento dell’aspirazione dell’aria, altrimenti, verrà tirato via dal sacchetto, impedendone inoltre la chiusura ermetica.

Passiamo quindi alla pulizia delle seppie. Le svuotiamo, stacchiamo il becco e le puliamo sotto acqua corrente. Le asciughiamo con un panno e ne spolveriamo l’esterno un pizzico di sale (pochissimo). Le disponiamo nel sacchetto del sottovuoto, aggiungiamo quattro piccole scorzette di limone, una porzione di olio aromatizzato alla nocciola congelato e procediamo alla chiusura del sacchetto.

Per la cottura a temperatura controllata ci sono vari metodi. Io ho acquistato questo apparecchio, è il più economico che ho trovato e mi ci trovo bene. Altri la fanno dentro il forno elettrico, mettendo il sacchetto sottovuoto  a bagnomaria. Personalmente il forno che ho non è per nulla preciso e non ho mai provato.
Una volta che l’acqua raggiunge la temperatura di 70 gradi mettiamo il sacchetto a bagno e facciamo cuocere per 2 ore.

Nel frattempo prepariamo le zucchine. Le mondiamo e le affettiamo sottili. Poniamo abbondante olio EVO in un pentolino stretto e, una volta che l’olio è ben caldo, procediamo alla frittura delle zucchine. Evitiamo di metterne troppe in contemporanea in modo da farle dorare bene. Una volta cotte le scoliamo e asciughiamo l’olio in eccesso con della carta assorbente.
Finita la cottura delle zucchine le condiamo con sale, aceto balsamico, e foglie di menta sminuzzate.

In un padellino antiaderente procediamo a tostare un po’ di granella di nocciola, facendola colorare ma evitando che si bruci.

Ultimata la cottura delle seppie le tiriamo via dal sottovuoto facendo attenzione a non perdere i liquidi di cottura. Teniamo la parte liscia intera staccando la testa e i tentacoli che procediamo a tagliare in piccoli pezzi.
Scaldiamo una padella antiaderente, aggiungiamo un filo d’olio e metà dei liquidi di cottura delle seppie. Facciamo tirare un po’ a fuoco vivace e uniamo le parti sminuzzate della seppia. Una volta che i liquidi si saranno abbastanza consumati spegniamo il fuoco.

Nei piatti, precedentemente riscaldati, mettiamo il composto di seppie sminuzzate, aggiungiamo la parte intera, spolveriamo con la granella di nocciole e mettiamo un filo d’olio a crudo. Completiamo il piatto con le zucchine e qualche goccia di glassa d’aceto balsamico.
Risultato garantito.
Buon appetito!

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Filetto di maiale con fave di cacao, nocciole e arancio

Ingredienti per 2 persone:

  • 4 fette da 4 cm di filetto di maiale
  • 2 arance
  • 4 fave di cacao tostate
  • 2 cucchiai di granella di nocciole
  • 4 cucchiai di brandy
  • un pizzico di zucchero di canna
  • sale (a piacere)

Dove ho acquistato gli ingredienti:

  • la carne dal macellaio di fiducia
  • le fave di cacao da Tibiona.it

Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

Nonostante la lunghezza del titolo della ricetta, vi assicuro che è molto semplice, veloce e soprattutto gustosa. Ultimamente sto riscoprendo il filetto di maiale, decisamente troppo poco utilizzato in cucina. E’ poco costoso, è carne molto magra, è adatta a moltissime ricette. Vediamo come prepararlo per questa ricetta!

Procedimento:
Prendiamo le arance. Ne spremiamo una in un bicchiere e dall’altra ne ricaviamo due fette da mettere al centro del piatto e la scorzetta utile alla decorazione finale.

Schiacciamo con un batticarne, o il fondo di un bicchiere, le fave di cacao. Le mettiamo in un padellino antiaderente insieme alla granella di nocciola senza accendere il fuoco ancora.

Spennelliamo con olio evo le fette di filetto da tutti i lati. Mettiamo a fiamma viva una padella antiaderente e attendiamo che arrivi a temperatura elevata. Una volta pronta facciamo cuocere il filetto circa 2 minuti per lato e successivamente facciamo rosolare il bordo alto della fetta qualche secondo, in modo da cicatrizzare bene la carne.

Togliamo i filetti dalla padella, senza spegnere il fuoco, e li poniamo in un piatto preriscaldato (in modo che non assorba il calore della carne che diventerebbe altrimenti fredda in poco tempo).

Accendiamo il fuoco sotto il padellino con la nocciola e il cacao, mantenendo la fiamma molto bassa. Dovremo solo tostare un po’ il cacao e la nocciola, esaltandone i sapori e rendendoli croccanti.

Mentre la carne ridistribuisce i liquidi, aggiungiamo il brandy nella padella dove abbiamo rosolato il filetto, lo facciamo evaporare un poco e uniamo l’arancio spremuto. Aggiungiamo il pizzico di zucchero e facciamo restringere il succo d’arancio e il fondo di cottura a fuoco non troppo forte per evitare che si bruci. Quando il succo risulterà denso spegniamo il fuoco e ci prepariamo a impiattare.

Nei piatti, precedentemente riscaldati, mettiamo al centro la fetta di arancio, spargiamo la granella tostata e sopra ci adagiamo il filetto. Aggiungiamo il succo ristretto, qualche grano di sale grosso (per esaltare il sapore sia della carne che del cioccolato) e la scorzetta d’arancio.

Il gioco è fatto!

Buon appetito!

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Hamburger di salmone con semi di sesamo, soia e senape

Ingredienti per 2 persone:

  • 3 tranci di salmone fresco (2 se grandi)
  • 4 cucchiai di semi di sesamo neri
  • 4 cucchiai di semi di sesamo bianchi
  • 5 cucchiai di salsa di soia
  • 5 cucchiai di pan grattato integrale
  • 4 cucchiai di senape (in semi o normale, non dolce)
  • aceto balsamico extravecchio o glassa di aceto balsamico
  • 1 arancio e 1 limone per decorare
  • sale (a piacere)

Dove ho acquistato gli ingredienti:

  • salmone fresco in pescheria
  • aceto balsamico extravecchio dell’acetaia La Tradizione

Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

Ecco un modo semplice, diverso per cucinare il salmone fresco, addolcendone il sapore forte e molto presente.

Procedimento:
Puliamo i tranci di salmone togliendo la pelle, la spina centrale e le spinette che sentiamo con le dita. Poniamo il salmone su un tagliere e con un coltello grande lo sminuzziamo fino a renderlo un trito abbastanza sottile.

Mettiamo il salmone tritato in un contenitore capiente, aggiungiamo gli altri ingredienti e mischiamo bene in modo da avere un impasto omogeneo.

Per dare la forma dell’hamburger uso un cilindro d’acciaio per cucina (si trovano nei negozi di forniture per ristorazione o online). Adagiamo un foglio di carta forno, poggiamo il disco di metallo e lo riempiamo con parte dell’impasto, circa 2 cm di altezza. Compattiamo bene con un cucchiaino e poi solleviamo il cilindro d’acciaio tenendo fermo l’interno con il cucchiaino.

Puliamo l’arancio e il limone e ne grattiamo la buccia in modo da ottenere dei fili di scorza che useremo per spezzare il sapore del salmone e anche per decorazione del piatto.

Nel piatto che useremo per servire facciamo cadere casualmente delle gocce di aceto balsamico. Essendo molto denso tenderà a stare immobile.

Scaldiamo una padella antiaderente a fuoco forte. Quando è ben calda ci adagiamo gli hamburger e li facciamo cuocere 3 minuti per lato, girandoli una sola volta.
A cottura ultimata li poniamo al centro del piatto e spargiamo le scorzette degli agrumi .

Buon appetito!

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Farro con totani, gamberi rossi e pistacchi

Ingredienti per 2 persone:

  • 150 gr. di farro perlato
  • 500 gr. di gamberi rossi
  • 4 totani piccoli
  • 40 gr. di granella di pistacchio
  • 10 olive majatiche di ferrandina (o altra qualità)
  • pomodorini secchi sott’olio 2 se grandi 4 se piccoli
  • 2 cucchiai di brandy
  • sale
  • olio

Dove ho acquistato gli ingredienti:

Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

Una ricetta semplice e veloce.
Il farro è un ottimo sostituto della pasta e del riso per fare piatti gustosi e molto vari. Mantiene benissimo la cottura e si può preparare anche con un po’ di anticipo per poi ripassarlo in padella con gli ingredienti scelti.

Procedimento:
Poniamo sul fuoco una pentola media con acqua scarsamente salata per cuocere il farro. Quando l’acqua raggiunge il bollore versiamo il farro e lo facciamo bollire per 13 minuti. Scoliamo e lo lasciamo da parte.

La parte più lunga è sicuramente la pulizia dei gamberi. Togliamo la testa, rimuoviamo tutto il carapace, se necessario facciamo una piccola incisione con un coltello ben affilato e rimuoviamo l’intestino. Una volta puliti li mettiamo da parte.

Prepariamo le olive togliendone il nocciolo e tagliandole a pezzetti.
Le olive di Ferrandina sono delle olive particolari, vengono fatte appassire al forno e hanno un sapore leggermente amarostico che bene si sposa con il pesce.

Prepariamo un olio aromatizzato al pistacchio che useremo come condimento finale.
In un piccolo pentolino mettiamo un po’ d’olio e la granella di pistacchio. Facciamo soffriggere per qualche minuto il pistacchio a fuoco basso in modo tale che rilasci gli aromi nell’olio, facendo attenzione a non bruciarlo. Noteremo che l’olio diventerà più verde e profumerà di pistacchio. Spegniamo il pentolino e lasciamo intiepidire. Successivamente provvediamo a filtrare l’olio dalla granella di pistacchio che useremo come base per il piatto.

Puliamo bene i totani e li tagliamo in tante strisce o anelli, a piacimento.
Poniamo una padella capiente sul fuoco forte con un goccio d’olio, aggiungiamo i totani, li facciamo saltare qualche minuto e aggiungiamo i pomodorini secchi tagliati a striscioline.
Quando i totani rilasciano il liquido aggiungiamo il farro lessato per farlo insaporire.
Aggiungiamo le olive tagliate, abbassiamo il fuoco, copriamo la padella e lasciamo cuocere per 4-5 minuti.
A cottura ultimata assaggiamo per vedere se sia necessario aggiungere un pizzico di sale.

In un’altra padella a fuoco vivo mettiamo un filo d’olio e, una volta a temperatura, aggiungiamo i gamberi facendoli saltare per un paio di minuti. Uniamo il brandy, lo facciamo evaporare e spegniamo il fuoco.

Nel piatto mettiamo prima la granella di pistacchi sul bordo più esterno, al centro poniamo il farro con i totani, i gamberi saltati e l’olio al pistacchio.

Buon appetito!

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Pizza bianca di farro integrale

La ricetta della pizza è stata presa in prestito da una fantastica ricetta trovata su Dissapore e, dopo numerose prove, l’ho adattata con farina integrale. Come si può immaginare questa farina ha una forza di lievitazione molto inferiore data dalla presenza della crusca. Proprio per questo motivo parte della farina utilizzata è manitoba integrale, che rispetto al farro ha una forza più elevata.

La problematica maggiore nelle ricette dei lievitati con farine integrali è proprio l’incapacità di rendere l’impasto soffice e alveolato come quello fatto con farine normali. L’importanza del tipo di farina scelta è quindi fondamentale per la riuscita di una buona pizza. Per il farro, la tipologia più adatta è lo spelta perché contiene una grande quantità di glutine. Questo permette proprio la formazione del reticolo utile a mantenere le bolle create dal lievito evitando che l’impasto si strappi e venga rilasciata l’anidride carbonica. Queste stesse bolle, una volta sottoposte al calore del forno, aumenteranno ulteriormente di volume creando gli alveoli che rendono la pizza soffice e non ammassata. Un terzo della farina è invece di semola rimacinata (la stessa usata per la pasta): donerà alla pizza una buona croccantezza esterna.

Ingredienti:

  • 740 gr. acqua naturale
  • 7 gr. lievito di birra fresco
  • 2 gr. zucchero
  • 300 gr. farina di semola rimacinata, tipo Senatore Cappelli
  • 400 gr. farina integrale di farro tipo spelta
  • 300 gr. farina manitoba integrale
  • 24 gr. sale
  • olio

Dove ho acquistato gli ingredienti:

Gli altri ingredienti si possono trovare in un comune supermercato.

Procedimento:
È possibile fare l’impasto sia a mano che con un’impastatrice planetaria. Impastando a mano possiamo utilizzare un cucchiaio di metallo o legno per simulare la rotazione dell’impastatrice. In ogni caso inseriamo gli ingredienti nel contenitore come indicato di seguito.

In una ciotola capiente,  possibilmente di metallo, sciogliamo il lievito con lo zucchero in 400 gr. di acqua fredda. Aggiungiamo quindi la semola rimacinata e mescoliamo fino a rendere omogeneo lasciandolo, quindi, riposare nella ciotola per 5 minuti coperto da un canovaccio umido. La semola assorbe l’acqua più lentamente rispetto al grano tenero e quindi è importante farla riposare una volta impastata.

Aggiungiamo le altre farine e 300 gr. di acqua e lavoriamo l’impasto energicamente per 10 minuti allungando le fibre e richiudendole in modo tale da svilupparne l’elasticità. Alla fine deve risultare molto morbido.

Per finire aggiungiamo il sale e il resto dell’acqua e lavoriamo l’impasto energicamente per altri 4 o 5 minuti.

Sarà pronto quando le fibre si staccheranno dalla ciotola.

Lasciamolo riposare nella ciotola per 1 ora, sempre coperto dal canovaccio umido.

A questo punto lo dividiamo in due metà, ponendole in due ciotole coperte in frigorifero. Possiamo utilizzare l’impasto a partire dalle 24 ore dopo fino a 72 ore dopo.

Ogni metà ci serve per una teglia da forno, circa 40×30 cm.

Tiriamo fuori l’impasto dal frigorifero 4 ore prima di infornarlo. Lo togliamo dalla ciotola e dopo averlo reso liscio lo mettiamo su un tagliere infarinato, spolverandone anche la superficie con la farina. Adagiamo un canovaccio asciutto e lasciamo lievitare per 3 ore e mezza.

Una volta lievitato, accendiamo il forno al massimo della potenza (il mio a 250°), piastre sopra e sotto ma non ventilato.

Spennelliamo la teglia con olio extravergine e allungando l’impasto con cautela lo adagiamo allargandolo con le mani.

Facciamo arrivare a temperatura il forno.

Spingiamo con le dita allargate l’impasto delicatamente, formando piccoli affossamenti non troppo vicini. Spolveriamo la superficie con sesamo, origano o rosmarino a piacere, qualche grano di sale grosso e, dopo aver messo un filo d’olio, mettiamo la teglia sul fondo del forno per circa 10 minuti, poi la spostiamo al livello superiore e facciamo ultimare la cottura (il tempo dipenderà dalla potenza del forno) . Tendenzialmente la pizza è pronta quando è ben gonfia e la superficie è colorita.

Sforniamo e lasciamo riposare 4 minuti su un tagliere in legno.

A questo punto possiamo guarnire la pizza a nostro piacimento.

Buon appetito!

Pizza di farro integrale

Pizza di farro integrale

Pizza di farro integrale

Pizza di farro integrale